Quando essere protagonisti o a sostegno del gruppo
Disponibile a breve anche sul Podcast
Gli spettacoli realizzati nell’ambito dei progetti di Teatro ragazzi o Teatro a scuola devono necessariamente essere realizzati ricordando che l’arte scenica viene qui utilizzata come strumento, giammai come fine ultimo. Pertanto deve costituire una preziosa occasione per regalare ai bambini o ai ragazzi qualcosa di speciale. Non deve assolutamente mettere in mostra i più talentuosi per poi relegare gli altri nelle retrovie, o eventualmente limitarsi a soddisfare le esigenze artistiche dei docenti. È realizzata con il solo e unico scopo di risultare un dono per tutti i partecipanti. Per questo motivo, tra le altre cose, ho sempre apprezzato quelle messinscene in cui i piccoli attori sono sempre presenti sul palco e svolgono ad esempio la funzione di “coro”, la quale agisce, parla e commenta anche solo con il linguaggio non verbale l’azione principale. Da tale gruppo, che di solito è posto nel fondo del palco, man mano si staccano le attrici e gli attori che vanno di volta in volta a interpretare i vari personaggi. Quando hanno terminato il loro pezzo non scompaiono dietro le quinte ma restano sul palco per tutta la durata della performance, contribuendo a essa in maniera differente ma non per questo meno importante. In questo modo tutti sono sempre coinvolti nella riuscita dello spettacolo. Sperimentano sia l’essere protagonisti che la recitazione delle controscene. Possono divertirsi con grandi movimenti suoni e ritmo atti a simboleggiare il vento, il mare, la pioggia. Possono danzare o giocare con i ritmi della body percussion. Oppure rappresentare un personaggio collettivo come cittadini, gatti randagi, mamme e tanto altro ancora. Utilizzano il corpo in maniera fortemente espressiva, non convenzionale e, dettaglio maggiormente degno di nota, lo fanno tutti insieme.
Ciascuno avverte se stesso come parte di un insieme maestoso e potente che sta realizzando qualcosa di grande e che al tempo stesso è “la rete” atta a sorreggere e sostenere l’attore o l’attrice del momento. Ogni singolo individuo percepisce tale ambivalenza in spettacoli così costruiti. Ciò garantisce momenti in cui essere protagonisti e altri in cui si concede agli altri di esserlo, ponendo con grande generosità il proprio talento al servizio dei compagni che in quell’istante si guadagnano la ribalta.
Ecco, ancora una volta il Teatro Ragazzi si fa utile metafora riportandoci a come dovrebbe essere la nostra quotidiana esistenza. Ognuno di noi sperimenta nell’arco della settimana momenti di protagonismo e attimi in cui dovrebbe mettersi da parte e agire per il bene della collettività. Non è sano vivere sempre e solo come se fossimo il centro del mondo, ma neppure porsi sempre nelle retrovie, lasciando che altri decidano o agiscano per noi. Il giusto equilibrio fra queste due realtà permette a ciascuno la sana e armoniosa crescita vivendo lo stare in società come un benefico dualismo tra il dare e l’avere, l’essere per noi stessi e l’essere per gli altri.
Commenti
Posta un commento