Logoteatroterapia Comunicazione efficace
Teatro ragazzi Didattica

 


Teatro Ragazzi – Gianni Rodari e la torta in cielo

Disponibile a breve anche sul podcast

Da alcune settimane sto raccontando a circa trentacinque bambini dai sei ai dieci anni la celebre storia di Gianni Rodari La torta in cielo. I piccoli sono suddivisi in gruppi, che vanno da un minimo di tre a un massimo di sei individui. Ciascuno ascolta le avventure di Rita e Paolo, i bambini protagonisti del racconto, con grande interesse. Da parte mia, la narrazione è in parte recitata e in parte sfrutta i disegni presenti nel volume che ho sempre a portata di mano. Questo mi permette di tenere alta l’attenzione e soprattutto di ottenere la piena comprensione della storia che si sta sviluppando di settimana in settimana.
La vicenda è presto detta. I due fratellini si ritrovano loro malgrado alle prese con la cecità e la paura degli adulti verso un enorme oggetto apparso una mattina nei cieli di Roma. Le autorità sono convinte che si tratti di un’astronave aliena, probabilmente con intenzioni niente affatto amichevoli. In realtà l’oggetto volante altro non è che una enorme torta, squisito sbaglio di un esperimento bellico finito male. Rodari non è certo nuovo alla divulgazione di idee pacifiche e pacifiste, e la Torta in cielo ne è forse l’esempio più eclatante.
Ma torniamo a noi e ai trentacinque bambini che si stanno appassionando alle avventure di Paolo e Rita e che ogni settimana, come fossimo in una serie tv a puntate, riassumono gli eventi già accaduti e aspettano con grande curiosità di conoscere il seguito. Nonostante le più o meni lievi fragilità presenti in alcuni di loro (che spaziano dal disturbo sull’attenzione a difficoltà di memoria o comprensione) sono davvero stupita di quanto il racconto li abbia appassionati e quanto esso sia presente nella loro mente. Spesso li esorto a narrarlo a loro volta, sia per implementare le capacità espositive che per verificare la memoria della corretta sequenza. Ed è qui che mi accorgo di una piccola difficoltà presente nella maggioranza di loro.
All’inizio della vicenda, tutti i personaggi credono che l’oggetto volante apparso in cielo sia un UFO. Solo successivamente Paolo e Rita scoprono che è una torta, ma ovviamente non vengono creduti da nessuno. E quando chiedo ai bambini di tornare con la memoria all’inizio della storia e di confidarmi quali sono i pensieri che attraversano la mente dei vari personaggi, tanti di loro affermano che tutti sanno che l’oggetto in cielo è una torta. Anche da altri dettagli mi rendo presto conto che i bambini mostrano evidenti difficoltà in quella che è stata recentemente denominata la teoria della mente, ovvero il riuscire ad attribuire agli altri stati mentali diversi dai propri.
Riprendo quindi la narrazione, con l’aiuto degli altri operatori mi dispongo a recitare se necessario. Finalmente i miei giovanissimi ascoltatori (chi prima, chi dopo) riescono a connettersi con l’idea che nello stesso momento Rita, Paolo e loro stessi sanno una cosa ma tutti gli altri ne credono un’altra.
Mi sovvengono tanti altri momenti nei quali la recitazione di un dato personaggio ha lavorato esattamente sullo stesso tema. Persino la celeberrima favola di Cappuccetto Rosso ha un momento nel quale tutti sanno che il lupo ha mangiato la nonna e si è travestito da lei, ma la bambina cade vittima dell’animale perché ha uno stato mentale diverso: crede che sia sua nonna.
Narrare una storia quindi, tra gli altri innumerevoli benèfici risultati, ci insegna anche il valore dell’accettazione di stati mentali diversi dai propri, altro elemento fondamentale (insieme allo sviluppo dell’empatia a opera dei neuroni specchio) per ogni armoniosa interazione sociale.

Commenti

 


Notizie recenti


© 2017-2025 Cecilia Moreschi