Il Teatro Ragazzi sviluppa la personalità e l'identità
Disponibile a breve anche in versione Podcast
Osservare i ragazzi di una classe mentre esprimono liberamente la propria creatività con il corpo nello spazio, durante le sedute del laboratorio teatrale, continua a fornirmi importanti informazioni a tutto tondo sulle loro modalità di stare insieme, relazionarsi e condividere un’esperienza. Dopo l’attenta osservazione, posso affinare il mio intervento affinché sia sempre più funzionale alla loro crescita armoniosa.
Un elemento è presente spessissimo in tutte le classi o gruppi con i quali mi trovo a lavorare. Anche quando lo spazio a disposizione dei giovanissimi attori è ampio, e la libertà espressivo-creativa da me fornita è pressoché totale, alcuni di loro sembrano possedere una calamita interna che li attira inesorabilmente verso il compagno preferito o l’amica del cuore, seguendo non solo i passi di questi ultimi, ma trovandosi a imitare pedissequamente le azioni mimiche o motorie compiute da costoro. Ribadisco sovente l’importanza che ciascuno si concentri su se stesso, lo spazio e l’immaginazione ambientale, emotiva, motivazionale (o qualsiasi altro elemento) che da sola è sempre in grado di trasferire al corpo in movimento l’espressività e la recitazione richiesta. Invito tutti a riprovare. Vedo i ragazzi che poc’anzi seguivano gli altri tentare di staccarsene e compiere qualche passo in autonomia, ma il più delle volte poco dopo si ritrovano nuovamente accanto al bambino o ragazza più popolari, dei quali probabilmente anelano l’amicizia o l’approvazione, e tornano a compiere sia lo stesso percorso che le identiche azioni mimate. Nulla di preoccupante, in questo. Semplicemente alcuni individui impiegano una maggiore porzione di tempo per strutturare il proprio io e costruire la propria identità. Ma anche in questo aspetto il Teatro Ragazzi può rivelarsi uno strumento sopraffino per accelerare un poco questo processo, per aiutare ciascuno a trovare la propria personalità, la propria interezza, il proprio modo di essere che necessariamente non può essere uguale a quello di un altro, anzi è sempre fonte di ricchezza nello scambio reciproco della propria unicità. Per questo sono così importanti tutti i giochi teatrali a occhi chiusi, nei quali si attiva non solo la propriocezione ma, ancor più importante, si stimola l’essere umano a “sentirsi”, “percepirsi” come unità singola, autonoma e indipendente. Successivamente si può procedere con il chiedere ai ragazzi di sperimentare singole entrate in scena, ciascuna differente dalla precedente. E ogni volta che l’azione sia stata compiuta, è importantissimo riconoscere i meriti di ciascun bambino, ragazzina o adolescente qualora siano stati particolarmente bravi/e nell’andatura, la postura, la mimica o la gestualità. Tutto il resto del gruppo esploderà ogni volta in un fragoroso applauso e il nostro sperimenterà l’essere visto, apprezzato e lodato da tutta la classe.
Non è sempre facile, lo so, realizzare un’entrata in scena davanti a tutti. Ciascuno deve trovare dentro di sé il coraggio e le idee per “fingere di avere mal di testa”, o di “correre sotto la pioggia” e così via. Eppure, il Teatro ripaga cento volte tanto il dono fatto da ogni piccolo attore o attrice. Restituisce, come uno specchio, la presa di coscienza del proprio talento, la gratificazione dei complimenti degli altri, le immense possibilità di gioco e divertimento insiste nel nostro corpo, senza bisogno di alcunché. L’individuo si stacca dal gruppo, acquista indipendenza e autonomia. Un attimo dopo sarà lui o lei a consigliare e applaudire il compagno o compagna che avrà sperimentato lo stesso coraggio e che avrà superato la propria timidezza per fare lo stesso dono.
Per questo ne vale la pena.
Sempre.
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