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Teatro a scuola | La relazione e l’attimo presente

Finalmente riprende il laboratorio teatrale a scuola. Che bello rivedere i ragazzi cresciuti, spumeggianti come sempre, allegri e affettuosi, entusiasti di ricominciare. Siamo ormai alla quinta classe della scuola primaria e grazie al rapporto costruito negli anni precedenti non sento più domande quali “Che spettacolo faremo quest’anno?”, bensì “Come stai? Dove sei stata in vacanza?” mentre altri muoiono dalla voglia di raccontarmi gli ultimi accadimenti o le novità rispetto a un compagno che ha cambiato città o un’insegnante che è andata in pensione.
“Che bello”, penso tra me e me. “Prima di tutto il rapporto, la relazione”.
Mi riferisco nello specifico al guardarsi negli occhi e vedersi davvero, notare i cambiamenti (chi ha tagliato i capelli, chi è cresciuto di numerosi centimetri; qualcuno ha messo l’apparecchio per i denti, qualcun altro invece lo ha finalmente tolto) e solo dopo tutto questo parliamo del percorso che faremo quest’anno. “Ovviamente ragazzi, culminerà in uno spettacolo ancor più bello e ricco di quelli degli anni scorsi”, mi azzardo a promettere per incoraggiarli. “Ma la strada che ci porterà alla performance è altrettanto importante”, aggiungo subito dopo. “Sarete coinvolti in prima persona e, prendendo in prestito un’immagine tanto cara agli estimatori del Mago di Oz, costruiremo insieme la strada di mattoni gialli che ci porterà alla Città di Smeraldo.”
I loro occhi brillano di curiosità ma ormai sanno ben aspettare, ovvero posporre la gratificazione, quando affermo che la prossima settimana fornirò qualche indicazione aggiuntiva. Percepisco una crescita, una maturità, un maggior senso di responsabilità; tutti ingredienti che permettono loro di restare nell’attimo presente e goderne pienamente, senza lasciarsi distrarre da quel che è stato o che sarà.
Ora è tempo di muoversi, giocare e sperimentare. Forza, tutti in piedi.
Facciamo insieme teatro.

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