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Teatro Ragazzi – azioni motorie e funzioni esecutive

A breve anche in versione podcast

Andrea, nome di fantasia, deve interpretare la parte di Capitan Uncino nel duello finale con Peter Pan. Il bambino è entusiasta della parte e sfodera la spada di legno che gli ho fornito con grande attenzione, agganciando lo sguardo agli occhi del suo cpmpagno che ricopre il ruolo di Peter e pronunciando la battuta “In guardia, ragazzino!”. Dal canto suo, Daniele (ancora nome di fantasia) che interpreta Peter, sguaina il pugnale e sta per fare lo stesso, quando improvvisamente sono costretta a interrompere l’azione scenica. C’è qualcosa che non va. Ma cosa? Ah sì, ecco. L’impugnatura della spada da parte di Andrea. Lo correggo, mi preme continuare a provare e quindi forse non dedico la giusta porzione di tempo a modificare profondamente lo schema motorio del

Cecilia Moreschi
ragazzino, tanto che una manciata di secondi dopo, Andrea riprende esattamente la stessa postura e impugnatura che ha utilizzato fin dall’inizio della scena. Mi trovo costretta a interrompere nuovamente e a osservare con un pizzico di attenzione in più. Finalmente mi rendo conto che dal momento in cui ha sfoderato la spada, inconsapevolmente Andrea ha assunto la posizione di un cavaliere Jedi e utilizza la spada di Capitan Uncino come fosse la spada laser di Luke Skywalker. Svelato il mistero, ne sorrido insieme a tutti, e quando chiedo al mio giovane attore se gli piace la saga dei film di Star Wars, lui mi risponde che ne è appassionato, tanto da averli visti tutti anche più volte. E a quel punto è tutto chiaro. Una porzione dei suoi neuroni specchio motori, si è inconsapevolmente allenata replicando, nell’area preposta, gli stessi movimenti dei cavalieri Jedi, tanto che alla prima occasione di avere in mano una spada, il ragazzino ha inevitabilmente tradotto in azione reale quel determinato schema motorio. Ma Capitan Uncino non si serve di quel tipo di postura, di camminata e di impugnatura. Lo schema motorio utilizzato dal personaggio è più simile a quello di un moschettiere, di un giocatore di scherma, di uno spadaccino. Fornisco dunque un nuovo modello ad Andrea, stavolta impiegando tutto il tempo necessario affinché possa apprendere dall’imitazione. Al nostro attore occorrono giusto un paio di minuti, e finalmente può sfidare a duello il suo acerrimo nemico e avere con lui uno scambio di lame degno dei tre moschettieri.
Ma ancora una volta rifletto su quanto sia importante fornire ai nostri ragazzi nuovi modelli motori, arricchire il loro bagaglio di azioni e comportamenti. Non a caso la dottoressa Letizia Sabbadini (e non solo) afferma spesso quanto lo sviluppo linguistico e cognitivo sia indissolubilmente legato allo sviluppo motorio. Sono inoltre ormai acclarate le profonde connessioni tra i sistemi emotivo, cognitivo e motorio e le Funzioni Esecutive.
E quale strumento migliore del teatro per far sperimentare ai nostri ragazzi - troppo spesso relegati davanti a smartphone e tablet - personaggi, azioni, battute e relazioni differenti dalla loro quotidianità? Ogni piccola o grande azione motoria appresa, ricopre pertanto un grandissimo significato, un potenziamento di tutti i sistemi testé citati, un arricchimento alla vita.

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