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Teatro ragazzi Didattica

 


Teatro ragazzi e dispersione scolastica

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Qualche settimana fa mi ha contattato una professoressa di italiano di una scuola media. Il suo dirigente le ha affidato la conduzione di un laboratorio di alfabetizzazione emotiva per gli studenti di prima, e la docente si ritrova con un gruppo di 25 ragazzi da gestire. Mi chiede aiuto e insieme pianifichiamo un intervento ricco di attività atte a fare entrare gli studenti in armoniosa relazione gli uni con gli altri, a stimolare l’ascolto e l’empatia, a usare più che altro il corpo, il movimento e l’espressività per comunicare efficacemente. Qualche giorno dopo la professoressa mi racconta entusiasta la riuscita del laboratorio pomeridiano con i ragazzi e, stupita, afferma che già iniziano a vedersi i primi risultati in quanto i ragazzi si rivolgono gli uni agli altri con maggiore rispetto e soprattutto si dimostrano grati (elemento che l’ha colpita particolarmente).

Cecilia Moreschi
Trascorre qualche settimana ed ecco che mi contatta nuovamente. Il dirigente, data la riuscita del precedente evento, le ha affidato altri ragazzi e addirittura i genitori. Tra le altre cose desidera che lei intervenga sulla dispersione scolastica, frutto spesso della bassa tolleranza alle frustrazioni e della mancata sopportazione della fatica necessaria al raggiungimento di un obiettivo.
Mi concedo una giornata intera per riflettere su questo importante aspetto e, oltre ad alcuni giochi e attività per stimolare l’allungamento dei “tempi attentivi” e di conseguenza aumentare la concentrazione (abilità imprescindibili per sostenere lo studio, gli apprendimenti) mi ritrovo infine a riflettere sul fatto che esempi di vita possono stimolare enormemente gli alunni in tal senso. Ecco quindi la storia di Nelson Mandela, incarcerato per ben 27 anni a causa delle sue opinioni politiche prima di essere liberato e diventare addirittura presidente. Ecco la vita di Lionel Messi, considerato da tutti troppo basso per poter fare il calciatore, che con duro lavoro e infinite ore di allenamento è diventato uno dei migliori, icona mondiale del calcio. Ecco Maria Montessori, unica donna iscritta alla facoltà di Medicina, vittima del bullismo dei giovanotti che frequentavano con lei: la Montessori si ritrovò a dover studiare molto più degli altri per dimostrare di meritare la laurea in medicina. E potremmo andare avanti con numerosi altri esempi.
La docente mi ringrazia e si attiva subito cercando video sulla biografia di tali personaggi. Il racconto delle loro storie (ma anche di quelle di altri) potrebbe attivare i neuroni specchio dei nostri ragazzi e stimolare in loro la capacità di fare altrettanto, di accettare l’impegno, la fatica, per il raggiungimento di un obiettivo, (anche solo il diploma di scuola superiore) in grado poi di aprire loro qualsiasi strada vorranno intraprendere.
In ultimo suggerisco alla docente di realizzare quanto più possibile improvvisazioni con i ragazzi, seguendo una determinata metodologia che le spiego dettagliatamente, che li stimola alla strettissima collaborazione, ma anche all’autoanalisi e alla correzione degli errori per poter ripetere l’esperienza e aggiustare il tiro. A questo punto è la professoressa ad avere l’idea che le improvvisazioni potrebbero proprio mettere in scena le vite di suddetti personaggi. E in seguito, perché no, anche lo spettacolo finale potrebbe fare lo stesso.
Il gruppo dei ragazzi sarà così invitato a realizzare cose belle insieme, non sentirsi soli, avere compagni che ti supportano anche nelle cadute, negli sbagli. E credere che non è impossibile raggiungere un obiettivo.
Anche questo fa il Teatro Ragazzi.

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