Qualche tempo fa uno dei partecipanti al laboratorio arriva all’appuntamento con me molto contrariato. Vedo le sopracciglia aggrottate, gli angoli della bocca verso il basso, lo sguardo sfuggente, la testa reclinata da un lato e appoggiata alla mano. Mi saluta con poca convinzione distogliendo subito lo sguardo. Non è difficile comprendere che qualcosa deve averlo irritato, quindi gli pongo delle domande per capire cosa sia accaduto. Con frasi appena accennate mi comunica un forte risentimento verso le sue maestre e la scuola in generale. Quindi gli chiedo quali sono i sentimenti che prova, tentando di portarlo dentro se stesso, a connettersi con il proprio stato emotivo. Ci pensa un po’, poi afferma di essere molto annoiato e stufo delle maestre. Dopo avergli permesso di dare voce a ciò che prova, fingendo che io sia la docente tanto disprezzata e riversando sulla sottoscritta tutto il suo disappunto, mi accorgo che ha sollevato la testa e mi guarda negli occhi un po’ di più. Ha tirat