Teatro a scuola vs Coronavirus: non arrendersi mai
5 marzo 2020: Ultimo giorno di scuola
Ho salutato gli alunni della scuola primaria dove conduco il laboratorio teatrale con la certezza di rivederli presto, magari una decina di giorni di più tardi. Le maestre si sono raccomandate che ciascuno di loro portasse a casa il copione dello spettacolo su cui stavamo lavorando, in modo da ripassarlo ed essere pronti ad andare in scena nelle date previste.
Nel 2020 ricorre il centenario della nascita di Gianni Rodari. Per questo motivo avevo incentrato tutte le performances sui testi del grande scrittore scomparso troppo presto. In particolare, alle quattro classi quinte avevo prima letto e poi creato con loro la drammaturgia di altrettanti racconti lunghi di Rodari: La torta in cielo, Gip nel televisore, C’era due volte il barone Lamberto, Gelsomino nel paese dei bugiardi.
Oltre a essere oltremodo ironico e divertente, ciascuno di essi veicola messaggi di pace, amicizia, solidarietà, verità. Avevamo già fissato le date degli spettacoli, alle quali mancavano poche settimane.
“Al massimo dovremo spostare gli spettacoli di qualche giorno”, ho ingenuamente pensato quel
mercoledì pomeriggio, “...ma di certo andremo in scena, come abbiamo fatto ogni anno. I ragazzi saliranno sul palco e mostreranno a genitori, parenti e insegnanti, il loro talento. Come sempre ricorderanno tutto o quasi, ma sapranno cavarsela egregiamente anche se dovesse accadere un imprevisto di qualsiasi genere: dalla battuta dimenticata al vestito sbagliato, dall’oggetto introvabile dietro le quinte alla musica che non parte. Faranno emozionare e ridere il pubblico, sospirare e riflettere. E infine scrosceranno gli applausi, le risate, le lacrime… Già, perché fanno tutti la quinta e questo sarà l’ultimo spettacolo insieme, l’ultimo anno della scuola primaria, gli ultimi momenti in cui permettersi di essere ancora bambini...”
Questo era ciò che pensavo, quel 5 marzo. Ero convinta che tutto si sarebbe svolto come al solito solo per il fatto che da più di vent’anni porto in scena bambini e ragazzi al termine del laboratorio teatrale, e davo per scontato che sarebbe sempre stato così. Ci ha pensato un virus minuscolo quanto letale a ribaltare tutto, e ricordarci quanto sia folle credere di avere il totale controllo sulla nostra vita.
15 marzo 2020: A scuola non si torna fino ad aprile, poi si vedrà...
Comincia a farsi strada in me l’ipotesi che forse a scuola non si tornerà fino al prossimo settembre. Ma anche se agli alunni fosse concesso rientrare in classe, di certo non sarà possibile riempire di almeno cento persone il teatro della scuola: ergo, è altamente probabile che non potrò portare sul palco i miei giovani attori. È davvero un peccato, soprattutto per i ragazzi di quinta. Il prossimo anno saranno alle scuole medie, non li vedrò più e tutto il lavoro fatto con loro quest’anno andrà irrimediabilmente perduto. A meno che…
2 aprile 2020: Niente scuola fino a Pasqua. Poi si vedrà...
… a meno che non trovi un’altra strada per permettere ai ragazzi di recitare e realizzare i quattro spettacoli, uno per ogni classe. È innegabile che il virus ci abbia messo degli ostacoli, ci abbia impedito di realizzare molti dei progetti che avevamo. Ma non permettiamogli di toglierci tutto; impariamo a utilizzare le risorse che abbiamo per trovare nuove strade, nuovi percorsi.
Infatti per fare teatro un’altra strada c’è: si può recitare anche in video.
Anche se occorre ricominciare da capo, anche se sarà necessario mettersi in gioco in un modo nuovo e mai sperimentato prima d’ora, mi lascio trascinare dall’entusiasmo e dalla voglia di non arrendermi.
Informo la mia collaboratrice Alessandra Sartori e le maestre della mia idea: ne sono entusiaste. A loro volta riferiscono ai genitori, che si dicono tutti d’accordo. Quindi riscrivo da capo i quattro copioni, trasformandoli in una sequenza di monologhi. Ciascun attore mantiene il personaggio già scelto in precedenza, ma si trova a recitare un monologo di circa 40/50 secondi tramite il quale narra la storia e introduce l’attore che viene successivamente. Anche questi narra un altro frammento della vicenda e introduce il prossimo e così via. Nel montaggio finale di tutti i video inserisco alcune scritte per comprendere meglio la storia e alla fine una carrellata delle foto dei nostri meravigliosi ragazzi e delle loro eccezionali maestre.
I genitori di 88 ragazzi di quinta rispondono con entusiasmo e creatività, realizzando costumi e a volte persino scenografie casalinghe ma non per questo meno belle; riprendono i loro figli che in breve tempo hanno imparato il nuovo pezzo e vi hanno aggiunto espressività e prosodia in totale autonomia (non posso essere accanto a loro per suggerire come recitare, ma non serve!) e mi inviano il risultato.
Procedo con il montaggio delle quattro storie e il risultato è sorprendente.
Inizio maggio 2020: É ufficiale. La scuola non riprende
I quattro video sono pronti, li invio alle rispettive maestre che li condivideranno con i propri genitori. Una volta visti, le maestre sono commosse e sorprese di tanta bravura, attenzione al dettaglio, creatività, pur nelle difficili condizioni in cui ogni allievo ha realizzato la propria parte. L’entusiasmo dei ragazzi traspare persino dallo schermo del pc in cui vediamo il video. Quest’ultimo resterà sempre come ricordo di quest’anno, regalo di ciascuno per tutti.
Il COVID-19 ci ha tolto tanto e chissà ancora quante cose ci toglierà: tempo, aria aperta, sport, opportunità, amici, relazioni.
Ma ci ha anche insegnato una cosa fondamentale: a non arrenderci.
Mai.
Ho salutato gli alunni della scuola primaria dove conduco il laboratorio teatrale con la certezza di rivederli presto, magari una decina di giorni di più tardi. Le maestre si sono raccomandate che ciascuno di loro portasse a casa il copione dello spettacolo su cui stavamo lavorando, in modo da ripassarlo ed essere pronti ad andare in scena nelle date previste.
Nel 2020 ricorre il centenario della nascita di Gianni Rodari. Per questo motivo avevo incentrato tutte le performances sui testi del grande scrittore scomparso troppo presto. In particolare, alle quattro classi quinte avevo prima letto e poi creato con loro la drammaturgia di altrettanti racconti lunghi di Rodari: La torta in cielo, Gip nel televisore, C’era due volte il barone Lamberto, Gelsomino nel paese dei bugiardi.
Oltre a essere oltremodo ironico e divertente, ciascuno di essi veicola messaggi di pace, amicizia, solidarietà, verità. Avevamo già fissato le date degli spettacoli, alle quali mancavano poche settimane.
“Al massimo dovremo spostare gli spettacoli di qualche giorno”, ho ingenuamente pensato quel
mercoledì pomeriggio, “...ma di certo andremo in scena, come abbiamo fatto ogni anno. I ragazzi saliranno sul palco e mostreranno a genitori, parenti e insegnanti, il loro talento. Come sempre ricorderanno tutto o quasi, ma sapranno cavarsela egregiamente anche se dovesse accadere un imprevisto di qualsiasi genere: dalla battuta dimenticata al vestito sbagliato, dall’oggetto introvabile dietro le quinte alla musica che non parte. Faranno emozionare e ridere il pubblico, sospirare e riflettere. E infine scrosceranno gli applausi, le risate, le lacrime… Già, perché fanno tutti la quinta e questo sarà l’ultimo spettacolo insieme, l’ultimo anno della scuola primaria, gli ultimi momenti in cui permettersi di essere ancora bambini...”
Questo era ciò che pensavo, quel 5 marzo. Ero convinta che tutto si sarebbe svolto come al solito solo per il fatto che da più di vent’anni porto in scena bambini e ragazzi al termine del laboratorio teatrale, e davo per scontato che sarebbe sempre stato così. Ci ha pensato un virus minuscolo quanto letale a ribaltare tutto, e ricordarci quanto sia folle credere di avere il totale controllo sulla nostra vita.
15 marzo 2020: A scuola non si torna fino ad aprile, poi si vedrà...
Comincia a farsi strada in me l’ipotesi che forse a scuola non si tornerà fino al prossimo settembre. Ma anche se agli alunni fosse concesso rientrare in classe, di certo non sarà possibile riempire di almeno cento persone il teatro della scuola: ergo, è altamente probabile che non potrò portare sul palco i miei giovani attori. È davvero un peccato, soprattutto per i ragazzi di quinta. Il prossimo anno saranno alle scuole medie, non li vedrò più e tutto il lavoro fatto con loro quest’anno andrà irrimediabilmente perduto. A meno che…
2 aprile 2020: Niente scuola fino a Pasqua. Poi si vedrà...
… a meno che non trovi un’altra strada per permettere ai ragazzi di recitare e realizzare i quattro spettacoli, uno per ogni classe. È innegabile che il virus ci abbia messo degli ostacoli, ci abbia impedito di realizzare molti dei progetti che avevamo. Ma non permettiamogli di toglierci tutto; impariamo a utilizzare le risorse che abbiamo per trovare nuove strade, nuovi percorsi.
Infatti per fare teatro un’altra strada c’è: si può recitare anche in video.
Anche se occorre ricominciare da capo, anche se sarà necessario mettersi in gioco in un modo nuovo e mai sperimentato prima d’ora, mi lascio trascinare dall’entusiasmo e dalla voglia di non arrendermi.
Informo la mia collaboratrice Alessandra Sartori e le maestre della mia idea: ne sono entusiaste. A loro volta riferiscono ai genitori, che si dicono tutti d’accordo. Quindi riscrivo da capo i quattro copioni, trasformandoli in una sequenza di monologhi. Ciascun attore mantiene il personaggio già scelto in precedenza, ma si trova a recitare un monologo di circa 40/50 secondi tramite il quale narra la storia e introduce l’attore che viene successivamente. Anche questi narra un altro frammento della vicenda e introduce il prossimo e così via. Nel montaggio finale di tutti i video inserisco alcune scritte per comprendere meglio la storia e alla fine una carrellata delle foto dei nostri meravigliosi ragazzi e delle loro eccezionali maestre.
I genitori di 88 ragazzi di quinta rispondono con entusiasmo e creatività, realizzando costumi e a volte persino scenografie casalinghe ma non per questo meno belle; riprendono i loro figli che in breve tempo hanno imparato il nuovo pezzo e vi hanno aggiunto espressività e prosodia in totale autonomia (non posso essere accanto a loro per suggerire come recitare, ma non serve!) e mi inviano il risultato.
Procedo con il montaggio delle quattro storie e il risultato è sorprendente.
Inizio maggio 2020: É ufficiale. La scuola non riprende
I quattro video sono pronti, li invio alle rispettive maestre che li condivideranno con i propri genitori. Una volta visti, le maestre sono commosse e sorprese di tanta bravura, attenzione al dettaglio, creatività, pur nelle difficili condizioni in cui ogni allievo ha realizzato la propria parte. L’entusiasmo dei ragazzi traspare persino dallo schermo del pc in cui vediamo il video. Quest’ultimo resterà sempre come ricordo di quest’anno, regalo di ciascuno per tutti.
Il COVID-19 ci ha tolto tanto e chissà ancora quante cose ci toglierà: tempo, aria aperta, sport, opportunità, amici, relazioni.
Ma ci ha anche insegnato una cosa fondamentale: a non arrenderci.
Mai.
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