Qualche giorno fa incontro in video chiamata due classi quinte di una scuola dell’Emilia Romagna, con Francesca Pagano, direttrice editoriale di WriteUp Books, casa editrice del mio ultimo libro, Teatro a scuola. Recitiamo con i classici della letteratura.
Bambini meravigliosi, visi attenti e occhi spalancati capaci di grandi sorrisi e altrettanta concentrazione. Insieme ai loro bravissimi
insegnanti, parliamo della bellezza e del valore di fare teatro a scuola. Mi raccontano le preziose esperienze che li hanno visti protagonisti, ascoltano i racconti del mio lavoro, fanno domande.
Negli ultimi minuti propongo loro un gioco. Abbiamo tutti a disposizione una matita. Bene, facciamo finta che si trasformi in qualcos’altro. Prima regola del teatro: tutto è possibile! Seconda regola: quel “tutto” deve essere credibile. Pertanto io devo credere davvero che la matita sia ora una spada, un termometro, una cannuccia, una bacchetta magica...
Senza bisogno di dire niente, i ragazzi corredano la trasformazione di mimica facciale adeguata e azioni sceniche che precedono o seguono l’utilizzo dell’oggetto scelto. Perfino davanti allo schermo del pc, recitano senza sforzo come attori consumati. Basta fare finta e il gioco è fatto. I bambini sanno benissimo che la matita non è un mascara. Ma basta crederci per riprodurre senza sforzo le stesse azioni vere che faremmo nella vita, e che qui diventano teatro in quanto realizzate di fronte a un pubblico che guarda.
Perché il teatro è l’arte che più di ogni altra ci racconta la vita. Basta crederci per creare ogni volta una nuova storia.
Bambini meravigliosi, visi attenti e occhi spalancati capaci di grandi sorrisi e altrettanta concentrazione. Insieme ai loro bravissimi
insegnanti, parliamo della bellezza e del valore di fare teatro a scuola. Mi raccontano le preziose esperienze che li hanno visti protagonisti, ascoltano i racconti del mio lavoro, fanno domande.
Negli ultimi minuti propongo loro un gioco. Abbiamo tutti a disposizione una matita. Bene, facciamo finta che si trasformi in qualcos’altro. Prima regola del teatro: tutto è possibile! Seconda regola: quel “tutto” deve essere credibile. Pertanto io devo credere davvero che la matita sia ora una spada, un termometro, una cannuccia, una bacchetta magica...
Senza bisogno di dire niente, i ragazzi corredano la trasformazione di mimica facciale adeguata e azioni sceniche che precedono o seguono l’utilizzo dell’oggetto scelto. Perfino davanti allo schermo del pc, recitano senza sforzo come attori consumati. Basta fare finta e il gioco è fatto. I bambini sanno benissimo che la matita non è un mascara. Ma basta crederci per riprodurre senza sforzo le stesse azioni vere che faremmo nella vita, e che qui diventano teatro in quanto realizzate di fronte a un pubblico che guarda.
Perché il teatro è l’arte che più di ogni altra ci racconta la vita. Basta crederci per creare ogni volta una nuova storia.
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