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Teatro ragazzi Didattica

 


Teatro ragazzi: Azione Energia Movimento

Con un gruppo di adolescenti sto lavorando sull’Amleto. Ho cercato di far entrare pian piano i ragazzi nel fantastico mondo di William Shakespeare grazie a film e ricerche varie, stimolandoli a immaginare la vita nell’Inghilterra a cavallo tra il ‘500 e il ‘600 e il teatro elisabettiano.
L’elemento che ha suscitato maggiormente il loro interesse, oltre allo stile recitativo, la quasi totale assenza di scenografie e i ricchi costumi, è stato il fatto che alle donne non fosse concesso recitare, e che le parti femminili fossero pertanto interpretate da fanciulli.
Dopo qualche settimana di studio sulla vita e l’opera di Shakespeare in generale, siamo passati a leggere, raccontare, e dialogare in merito all’Amleto, per preparare i ragazzi alla messinscena di alcune parti dell’omonima tragedia.
Cecilia Moreschi
Non è sempre facile raggiungere la giusta concentrazione per recitare un testo così profondo e complesso. Specialmente nella nostra vita frenetica, fatta di amici, social networks, studio, famiglia, mezzi da prendere, traffico, emozioni in subbuglio… Inoltre il tempo a nostra disposizione è limitato. Quindi dico ai ragazzi che dobbiamo riuscire a liberare la mente, come fosse una lavagna piena di tracce di ciò che è accaduto oggi o nei giorni scorsi, che dobbiamo riuscire a cancellarla per poterci scrivere sopra una nuova storia.
Propongo loro di cambiare stanza; ci troviamo in un ampio spazio in penombra, dove c’è maggior possibilità di movimento. Camminiamo, dunque, liberamente. Ma noto che qualcuno ha ancora le mani in tasca, qualcun altro ridacchia, non sanno bene cosa fare. Ci vuole un’azione, un’azione così inusuale da tirar fuori energie nascoste diverse da quelle che utilizziamo sempre. Chiedo loro, quindi, di spostare a caso gli elementi della stanza, da un semplice quaderno alla sedia, fino al tavolo pesante. Si fidano di me, fanno ciò che ho chiesto. E mentre spostiamo oggetti senza uno scopo apparente, ecco che l’energia comincia a liberarsi. Bene, andiamo avanti allora. Spostandoli, cominciamo a fare rumore, sbattiamo le cose sul pavimento, sul tavolo, liberiamo un poco di aggressività scaricandola sugli oggetti e l’ambiente circostante.
Questa brevissima azione libera la mente non solo dei ragazzi, anche delle colleghe che stanno collaborando alla messinscena. Fa bene a tutti noi.
Eccoci siamo pronti. Ci ritroviamo al centro della stanza in un silenzio ricolmo di energia creatrice, pronti a iniziare qualsiasi cosa.
Proviamo un brano dell’Amleto. I ragazzi sono fantastici. Improvvisamente non hanno più quattordici, quindici, diciassette anni. Interpretano la tragedia del principe di Danimarca con una maturità e una concentrazione che farebbero invidia a molti attori professionisti. Mentre proviamo, non una battuta fuori posto, nessuna risata, nemmeno una sbavatura.
Miracolo di Shakespeare.
Miracolo del teatro.

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