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Teatroterapia: il corpo ricorda

Una volta che hai imparato ad andare in bicicletta, non te lo scordi più.
Questo ci dicevano le nostre mamme e le nostre nonne quando tornavamo a casa con le ginocchia sbucciate e un’espressione torva sul viso, convinti che mai e poi mai avremmo imparato a pedalare senza rotelle, come gli altri. A forza di capitomboli, graffi e tanta pazienza, abbiamo imparato a rimanere in equilibrio su due ruote e andare in bici è divenuto non solo facile, ma una delle attività più divertenti e soddisfacenti apprese nell’infanzia. Ed è vero, il corpo non dimentica più come si fa, non solo ad andare in bicicletta. Il corpo ricorda tutto ciò che impara. Perfino come si sta sul palcoscenico, una volta che ha vissuto in maniera profonda e soddisfacente quell’esperienza.
Un esuberante e simpaticissimo bambino audioleso di quattro anni sale sul palco con me, per recitare per la prima volta, la scorsa estate. Ha una piccola parte, ma la interpreta con impegno e serietà, memorizzando azioni, mimica e battute tanto da meritarsi scroscianti applausi ed entusiastici complimenti.

Cecilia Moreschi

Passa l’estate, le vacanze, il mare. A settembre si torna a scuola, si riprendono tutte le attività. Nel laboratorio teatrale si fanno giochi di movimento, ritmo ed espressività, si raccontano storie. Trascorrono molti mesi prima che il bambino si ritrovi di nuovo a recitare una sequenza di azioni e battute, fingendo di essere nuovamente sul palco. Eppure ecco che, automaticamente, il suo corpo si orienta verso il pubblico, fa spazio all’attore dietro di lui, lo guarda negli occhi mentre gli porge la battuta, fa attenzione a non dare le spalle e a mettersi al centro della scena senza impallare nessuno dei suoi compagni, alza la voce e scandisce bene le parole per farle comprendere a tutti, utilizza la gestualità e la mimica del viso a supporto del messaggio che deve trasmettere.
Il suo corpo sintetizza tutte queste azioni in una manciata di secondi e gli permette di realizzare una performance improvvisata ma perfetta, che suscita sorrisi e complimenti da parte di tutti gli astanti. Il bambino sembra un attore navigato, che abbia calcato le scene numerose volte, non una sola. E tutto questo perché il suo corpo ha fatto tesoro dell’esperienza compiuta mesi addietro, sapendola recuperare dalla memoria e riproporre all’occorrenza.
In breve, il corpo non dimentica.

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